sabato 27 novembre 2010

Canate di Marsiglia un paese abbandonato


Il borgo di Canate, di origine medievale, risale al XII secolo ed è situato ad una altitudine compresa tra i 537 ed i 555 metri sopra il livello del mare, sul versante meridionale del monte Lago.

La prima edificazione del borgo è probabilmente avvenuta in corrispondenza del trivio tra le principali vie di comunicazione che raggiungono il paese ad una quota di 545 metri s.l.m.; qui è stata costruita una delle case più belle dell’intero paese, dotata di tetto a quattro falde, marcapiani e persiane.

Quello che salta immediatamente agli occhi arrivando a Canate è la tipologia delle sue case, che rispetto ad altri piccoli agglomerati simili, presentano delle caratteristiche non propriamente tipiche delle case contadine o comunque “povere”.

Molti dei fabbricati dispongono infatti di piccoli terrazzini dotati di belle ringhiere in ferro lavorato, scale esterne con scalini rivestiti in ardesia, fasce marcapiano, cantonali ecc. Le coperture sono quasi tutte a due falde con alcune eccezioni di alcune case con tetto a quattro falde, tutte ultimate con tegole in laterizio tipo marsigliesi.

Anche le stradine che attraversano il piccolo borgo erano dotate di pubblica illuminazione, come testimoniano ancora i resti di alcuni punti luce.

A Canate viene portata la luce negli anni trenta, e la quasi totalità delle case che compongono la piccola frazione del Comune di Davagna, sono dotate di un proprio impianto elettrico.

L’acqua era invece assicurata da un bel trogolo ancora ad oggi ben conservato, posto all’inizio del borgo percorrendo il sentiero da San Martino di Struppa, dove si approvvigionavano gli abitanti di Canate e venivano portati ad abbeverarsi gli animali.

La quasi totalità delle case di Canate disponeva di un piano terra, a volte addossato per un lato ad un muro di fascia e destinato a stalla o cantina e di uno o più piani superiori destinati all’abitazione; questi ultimi erano collegati tra loro mediante una scala interna.

La cucina era posizionata al piano immediatamente sopra la stalla o cantina, mentre le camere da letto erano ubicate ai piani superiori della casa; da quello che si può ancora notare oggi le cucine erano dotate di lavandino in marmo alla genovese, con runfò a legna per la cottura dei cibi.

Alla fine degli anni ’40 Canate era abitato da una trentina di famiglie per circa 150 persone, mentre nel 1951, i residenti erano ancora 96. Sul finire degli anni ’50 con la costruzione della strada carrabile che raggiungerà la frazione di Marsiglia, il borgo di Canate si spopolerà definitivamente e gli ultimi suoi abitanti si trasferiranno proprio in quel di Marsiglia.






















domenica 7 novembre 2010

Trail Monte di Portofino

Foto eseguite in occasione del Trail corso sul promontorio di Portofino domenica 7 novembre 2010.

Nikon D200 - obiettivo Nikkor 18/70



Trallalero


Il trallalero in genovese “tralalêro” è una forma di canto popolare che coinvolge gruppi di persone in forma di corale.

Il trallallero non richiede particolari luoghi per la sua esecuzione, e nemmeno doti musicali virtuose, visto che esprime un linguaggio raffinato ma nello stesso tempo popolare, come popolari appaiono le sue origini lontane nel tempo e vicine al mondo dei viaggiatori e dei marinari.

I gruppi di trallalero, chiamati squadre, sono composti da almeno cinque voci principali che sono:

  • Il Tenore, in genovese o primmo, ovvero colui che intona il canto
 
  • Il Contralto, in genovese contræto, segóndo o bagascetta, poiché la sua esecuzione è in falsetto
 
  • Il Baritono, chiamato controbasso

  • La Chitarra, in genovese a chitâra, voce con funzione ritmica ottenuta mettendo davanti alla bocca il dorso della mano, che accompagna il canto con rapide successioni di note che imitano il suono di uno strumento a corde pizzicato

  • Il Basso, o meglio i bassi, poiché ve ne sono sempre diversi ad accompagnare con una tonalità "scura" il canto.











lunedì 1 novembre 2010

Val Pentemina

Set fotografico lungo la Val Pentemina.

Da Montoggio si risale la vallata fino a Pentema, incontrando dapprima la frazione di Serre di Pentema, quindi Tinello ed infine Pezza.

Nikon D200 - Nikkor 80/200 - Tokina 12/24 - cavalletto