mercoledì 23 gennaio 2013

L' Abbazia di Cassinelle



Il toponimo Cassinelle deriva dal genovese “cascinelle”, ovvero zona di cascinali agricoli. Circa la sua fondazione ci viene invece in aiuto una vecchia epigrafe che era posta sul lato sinistro della chiesa, ora non più rintracciabile, ove era scritto:

"MCCCVIII. DIE. X MADII. EREMITE. DE. CASINELIS. UNIONEM AD. INVINCEM. FECERUNT, CUM S. CRUCIS. ORDINE. MORTARIENSIS. ET. HOC. PACTET / SECUNDUM. PRIVILEGIUM. CONCESSUS. PER. DOMINUM. NAPOLIONEM. TUNC. TEMPORIS. LE / GATUM. DOMINI. PAPE POSTEA. VERO. IN. M.CCC.VIII. DIE. VIII. OCTUBRIS. ETDIFICATA. FUIT. ECCLESIA. SANCTE. MARIE. DE. PLANO. PLATI. SIVE. DE. CASINELIS. PER FRATEM BENEDICTUM. DE. RICHO. DE LULIXANA. PRIOREM. DICTE. ECCLESIE / BENEVENUTUM. ET. MANFREDUM. ET. IOANNEM. DE. LULIXANA.
DEO GRACIAS."

Ovvero :

“ Nel 1308 il giorno 10 del mese di maggio, gli eremiti di Cassinelle costituirono una reciproca unione con l’ ordine di Santa Croce di Mortara e questo fatto fu concesso, secondo un privilegio, da Napoleone signore del tempo di allora, legato al Papa. Poi l’ 8 ottobre 1308 fu costituita la chiesa di Santa Maria del Piano, ossia di Cassinelle da frate Benedetto de Rico di Lulixana, priore della detta chiesa, da Benvenuto, Manfredo e Giovanni di Lulixana.
Per grazia di Dio”.


La sua fondazione è pero probabilmente anteriore al 1308; la prima notizia di una “cella” alle Cassinelle, dove alcuni frati facevano vita eremitica, sembra risalire addirittura al 1267.

La vita dei monaci, appartenenti ai Canonici di Santa Maria di Mortara suscita molta devozione nella zona, devozione che porta ad avere alcuni lasciti e donazioni di terre al punto che nel 1299 eleggono un certo Pietro Bonaccorsi come loro procuratore, dandogli l’ incarico di amministratore delle loro proprietà.

Tra le celle preesistenti, vi era un romitorio dove i monaci si riunivano in preghiera e che nel 1308 viene ampliato dando così corpo alla prima chiesa di Santa Maria di Cassinelle, che richiederà più di un anno di lavori.

Nel 1313 il priore fra’ Benedetto de Rico è anche sindaco di S. Maria del Priano e i nobili Grimaldi costruiscono le proprie tombe sotto la chiesa dei frati nel 1332.

Nel 1351 i frati necessitano di aiuti economici tanto che lo stesso cardinale di Genova, Papiniano Fieschi, sollecita l’invio di contributi; nonostante ciò i frati di Cassinelle continuano ad avere una certa disponibilità di denaro, dal momento che nel 1387 pagano ben 10 lire per il sostentamento del Papa Urbano VI, quando la parrocchiale di S. Giovanni Battista devolve solo lire 4,6.

L’autonomia amministrativa del monastero finisce nel 1451 quando lo stesso Papa Nicolò V ne decreta l’unione con il monastero di S. Nicolò del Boschetto, forse proprio in virtù di una ridotta disponibilità di liquidi da parte dei frati di Cassinelle.


Descrizione del sito

Arrivarci è abbastanza semplice: si parte infatti dalla chiesa di Santo Stefano di Borzoli, si continua per via Rivassa, fosso Battestu, vico superiore Priano, via Cassinelle, località San Rocco di Priano, costiere fossa dei Lupi, pendici ovest bric di Croi sud, seguendo il segnavia sbiadito FIE due linee rosse.

Percorrendo il sentiero si incontra appena a monte dello stesso, un primo fabbricato a pianta rettangolare, disposto su due piani. Ormai privo di copertura aveva probabilmente una destinazione a stalla al piano terra ed a fienile al piano primo. E’ caratterizzato da finestre chiuse con mattoni pieni a formare una alternanza di pieni e vuoti tipico delle bucature dei fienili per arieggiare i locali.

Continuando a salire si incontra sempre sulla parte verso monte un altro piccolo fabbricato, disposto su due piani che aveva una destinazione abitativa.

Si arriva infine a quella che era il centro del Priorato di Cassinelle, ovvero la chiesa ed i fabbricati annessi. La chiesa, con ingresso sul lato nord, ha pianta rettangolare ad una unica navata con altare sovrastato dal busto di un santo.

Le pareti erano decorate con finte lesene, mentre la copertura, oggi crollata, era probabilmente a volta.

A lato dell’ingresso, sul lato di sinistra, un piccolo arcosolio, in marmo e ardesia sorretto da colonnine. Sulla copertura, in posizione opposta all’ingresso vi era una sorta di torre campanaria.

Sotto la chiesa vi era un grosso locale dove c’era spazio per 32 loculi, originariamente chiusi con lastre di marmo con annesso un piccolo altare di cui si conserva ancora la parte bassa decorata con tre rosoni con motivi floreali.

Prima di entrare nella stanza dove vi sono i loculi, si incontra un altro locale di forma rettangolare, dove vi era un altro piccolo altare. Sulla porta di accesso ai locali era presente una scultura in marmo raffigurante un angelo, ora asportata.

Addossata alla chiesa sul lato di mezzogiorno, vi sono i ruderi di un fabbricato disposto su tre piani a destinazione abitativa.

Sul retro di detto fabbricato vi era un ulteriore fabbricato, su tre piani, con destinazione abitativa che presentava delle finiture di pregio, con un piccolo camino in una stanza del piano terra. Le pareti erano ornate con motivi floreali, così come i soffitti.

Sulla parte all’estremo nord del sito è ubicato un ulteriore fabbricato a destinazione abitativa ed una torre merlata con finestre a sesto acuto e ingresso, sempre a sesto acuto rivolto verso la chiesa. Questa zona è caratterizzata da un ampio prato, ottimamente esposto verso mezzogiorno ad una quota media di 378 mt. s.l.m.

In adiacenza alla torretta vi è una piccola aiuola delimitata da una ringhiera in ferro. L’uso di questa costruzione potrebbe essere collegato all’ ampio prato adiacente, pressoché pianeggiante, che forse era utilizzato come cimitero. Purtroppo i molti rovi che invadono l’area non consentono di avvalorare tale ipotesi, e nemmeno la foto risalente ai primi del ‘900 del secolo scorso (riportata su Il Corriere Sestrese), ci viene in soccorso.

Una ulteriore costruzione molto alta ed a pianta quadrata è ubicata a valle rispetto alla chiesa; potrebbe trattarsi di un’ altra torre che purtroppo risulta completamente avvolta all’ edera ed allo stato attuale è impossibile capirne la sua destinazione.

Nella parte a monte del complesso esiste ancora un fabbricato, sommerso quasi completamente dalla vegetazione con un grande albero di castagno nelle adiacenze. Aveva una destinazione abitativa.









domenica 13 gennaio 2013

Riola di Mezzo - comune di Torriglia

Sono tornato a Riola di Mezzo per approfondire se possibile la sua storia e documentare il piccolo borgo.


Riola era una frazione del comune di Torriglia divisa in tre distinti agglomerati, denominati di Sopra, di Mezzo e di Fondo.

Riola di Sopra si raggiunge dal passo lungo la strada che collega Donetta a Pentema con una mulattiera - sulle mappe catastali indicata come Strada Comunale Torriglia Riola che è la stessa che con una deviazione conduce anche a Tecosa, altra frazione del comune di Torriglia.

Arrivarci non è particolarmente difficile, se si esclude l’ ultimo tratto in prossimità del paese dove è necessario farsi largo tra la vegetazione infestante. A Riola di Sopra vi sono i resti della piccola chiesetta posta su di un pulpito con vista sulla valle sottostante, purtroppo in parte crollata.

Dalla piccola chiesetta, dopo circa 10/15 minuti di cammino in corrispondenza di alcuni tornanti c’è sulla sinistra la deviazione che conduce alla frazione di Riola di sotto. Non è molto semplice individuarla soprattutto quando c’è molta vegetazione ma una volta imboccata si arriva a quello che rimane del piccolo agglomerato.

Delle case che formavano il piccolo borgo non è rimasto praticamente più nulla solo macerie e vecchi muri in pietra di difficile lettura anche a causa della vegetazione che ha ricoperto ormai tutto.

Unica eccezione un fabbricato posto lungo il greto di un piccolo torrente disposto su due piani ed un altro ancora dotato di copertura in tegole posizionato a valle dell’ abitato.

Il piccolo edificio posto in fregio al rivo ha una copertura in lastre di pietra e dalla sua conformazione potrebbe trattarsi di un vecchio mulino. Tale ipotesi potrebbe essere confermata dal fatto che all’ interno dell’ altro edificio ancora ben conservato al piano terra si trova un tronco di notevoli dimensioni che potrebbe fare pensare all’ albero su cui era fissata la ruota.

Altro particolare ancora leggibile è una vecchia vasca seminterrato; sul lato verso valle c’è ancora il tubo da cui ci si poteva attingere l’ acqua.

Nel fabbricato posto più a valle, avvolto da una fitta vegetazione, si possono ancora vedere i resti di una vecchia cucina al piano terra con panche in legno ed alcuni altri mobili mentre al piano superiore raggiungibile con una bella scala in pietra vi sono due camere con ancora i letti in ferro ed un vecchio materasso imbottito con foglie di mais.



Il fabbricato posto a valle dell' abitato


 

La vasca seminterrata






Accesso ad una stalla


 
La cucina al piano terra


 La cucina al piano terra



La camera da letto al piano primo

martedì 8 gennaio 2013

I Casoni di Pentema

Utilizzati per la fienagione e per il ricevero di animali, sopravvivono ancora, nonostante i tanti anni trascorsi, questi "Casoni" che si incontrano prima di arrivare al piccolo paese di Pentema. 

La tipologia è quella classica delle case di pendio con un piano seminterrato destinato a stalla ed un piano soprastante destinato a fienile.






Casoni dell' Arbio