sabato 16 febbraio 2013

Borzine frazione del comune di Fontanigorda

Paesino “quasi” abbandonato, situato sotto il passo della Rocca di fronte a Sottoripa e ormai nella quasi totalità diroccato, abitato da un’unica residente ultra ottantenne la signora Valeria decisa a restare nonostante tutto e tutti.


Il primo insediamento risale alla metà del 1600 da parte della famiglia Ferretti che costruì tutte le case della piccola frazione.

La comunità dei Ferretti di Canale fu forse la prima ad insediarsi in Val Trebbia. Da un documento notarile datato 1576 troviamo un certo Fereto de Canalle. Il paese di Canale già da tempo aveva rapporti con le comunità dell’Alta Fontanabuona; a conferma di ciò troviamo nel Catasto di Roccatagliata del 1584 diversi Ferretti da Canà che erano proprietari di terreni a Ognio, Valle, Crovara e Barbagelata. Inoltre esiste un documento comprovante il matrimonio di Michele Ferretti di villa Canale, sotto la giurisdizione di Torriglia, con Lorenza Lavagnino di villa Lezzaruole (Valle), datato 25 maggio 1573.

I Ferretti giunti a Canale, provenienti dalla Fontanabuona, diedero vita a un quartiere, sistemato in alto del paese, vicino alla Costa, che porta il loro nome: “I Ferretti”. Alcune famiglie del casato preferirono una residenza al Casone Borzine dove eressero le loro abitazioni formate da case- torri, nate con funzioni prettamente difensive.

La comunità di Canale, pur facente parte del parentado, ebbe una vita più autonoma rispetto alle altre due che inizialmente erano legate allo stesso territorio. Solo con la crescita del paese di Casoni si separarono assumendo la loro identità. Questa diversità, forse, si deve al fatto che Canale era più decentrata e dal 1641 ebbe la sua parrocchia.

I Ferretti di Canale, secondo lo stato delle anime del 1774, erano suddivisi in diciotto famiglie, di cui quattro abitavano nelle Borzine. La situazione risultò uguale nel 1798, quando il Catasto della Repubblica Ligure registrò 18 proprietari di beni fra i Ferretti della Villa di Canale.

 Tratto dal sito: http://www.vferretti.it

domenica 10 febbraio 2013

Case Axia - Val Noci

Minuscolo agglomerato era composto da quattro fabbricati di cui uno ancora conserva il tetto ed era destinato ad uso abitativo.

L’ unico fabbricato con il tetto in tegole che si vede dalle Case Teitin era la classica costruzione di pendio con al piano terra, la stalla, al piano primo l’ abitazione e nel sottotetto il seccatoio.

A lato della stalla una scaletta portava al piano primo dove antistante all’ ingresso c’era un terrazzo – oggi crollato – che era la copertura di una grossa vasca di raccolta dell’ acqua . Al piano primo soprastante la stalla era ubicato l’ ingresso della parte abitativa. Si entrava nella cucina dove si trovava la classica stufa in ghisa a due fuochi, il lavello ed a lato in runfo. Sempre allo stesso piano tre camere.

Il soffitto della cucina era il cosiddetto “gre” costituito da sottili legni di castagno che facevano passare il calore nel sottotetto dove venivano posizionate le castagne per l’ essiccamento. Il solaio era accessibile da una piccola porticina sul lato nord.

Trascrivo dal libro di Marco Fezzardi “Monte Bano, molte storie” :
“dal Teitin partiva un sentiero in discesa che raggiunge l’ Axia abitato da un unico ma numeroso nucleo famigliare (cognome Tacchella) che ne è definitivamente partito per una più confortevole sistemazione nel 1963. In detto minuscolo borgo risiedeva l’ unico muratore della zona.

Oggi l’ accesso è a dir poco difficoltoso, trovando soprattutto nella zona circostanti i fabbricati vegetazione infestante che avvolge quasi a proteggere quello che rimane del piccolo agglomerato.