Dopo la visita dei primi di marzo
2012, sono ritornato a Tessaie seguendo però il più facile e semplice percorso
che parte da Pareto.
Dalla piazza della frazione, si
segue la stradina che passa tra le case per prendere, dopo la grossa vasca
dell’ acqua, la deviazione in salita sulla sinistra che si trasforma dopo poche
decine di metri in sentiero. Il percorso corre a lato di imponenti muri a secco
fino ad arrivare in corrispondenza di un crinale dove è posta una croce in
ferro.
Si prendono le tracce di sentiero
in discesa sulla destra avendo come riferimento un grosso traliccio dell’ alta
tensione, fino a raggiungere un secondo crinale, dove si gira bruscamente a
sinistra e si intravedono tra gli alberi i tetti dei fabbricati di Tessaie.
Con una breve discesa, si
incontra sulla nostra sinistra un rudimentale abbeveratoio, per raggiungere le
prime case del piccolo borgo. Sono circa una dozzina di fabbricati tipicamente
“di pendio”, addossate per un lato al monte con al piano terra la stalla ed a
quello superiore l’ abitazione.
Ho visitato molti di questi
piccoli borghi e nonostante tutto mi faccio sempre la stessa domanda: ma come è
possibile che la gente abitasse in questi posti ?.
Poi però, vedendo alcune foto di
inizio del secolo scorso, dove i boschi erano a dir poco puliti e le fasce
tenute in perfetto stato, si capisce che tutto sommato non erano così poi in
capo al mondo, anche se le fatiche fatte allora per vivere in questi luoghi sono
oggi inimmaginabili.
Il piccolo agglomerato di Tessaie
è stato edificato ad una quota di circa 930 metri s.l.m. lungo le pendici
orientali del monte Pareto; benchè abbandonato da molti anni, risulta ancora
discretamente conservato. Molti dei fabbricati conservano ancora la copertura
originaria, anche se non mancano alcuni crolli.
Da segnalare un forno posto al
primo piano di un abitazione che conserva ancora integro la sua struttura
compreso il camino ed un paio di stalle con mangiatoia.
Tessaie era raggiungibile anche da
Aia Vecchia.
Direi belle immagini, molto suggestive e piene di ricordi che vivono nel silenzio del posto, sperando che resti così, o che possa migliorare! Testomonianza della vita nelle nostre belle valli, che sono dimanticate da chi potrebbe pure farle rinascere! Complimenti ancora tra fotografi ..si dice buona luce. Silvano Galanti sito su Face e su Clavarezza nonche su Quelli della Valbrevenna.
RispondiEliminaGrazie Silvano, buona luce anche a te
RispondiEliminaPaolo
complimenti! splendido! valentina
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