lunedì 25 maggio 2020

Arena - Comune di Favale di Malvaro (GE)

Arena in valle Malvaro rappresenta il classico esempio del processo di abbandono dei villaggi montani dell’ Appennino Ligure. Come per altri borghi, l’ arrivo della strada ha aumentato lo spopolamento fino a renderlo un villaggio fantasma.

Nel borgo, diviso in due nuclei, abitavano circa un centinaio di persone tutte di cognome Boitano.

L'ultimo abitante di Arena è stato Eugenio Boitano, classe 1890 soprannominato Sciaèla, allevato da una famiglia del luogo e morto nel 1984. 

La comunità coltivava una vasta area attorno al villaggio: in primavera conduceva il bestiame sui pascoli alti ed in estate inoltrata lo faceva scendere al fresco dei castagni, possedeva un mulino ad acqua, una fornace per la calce è una pregevole cappella intonacata rusticamente decorata e dedicata a San Vincenzo.

Parecchi erano gli immigrati negli Stati Uniti compresi due fratelli di Sciaèla, altri facevano i muratori e i carpentieri. Sciaèla si impegnava da stagnino martellando pentole e lamiere su un estremità di un palo d'acciaio infisso nel terreno.

Arena non ha mai conosciuto la luce elettrica né il telefono né la radio. I pochi orologi da tasca si regolavano sulla Meridiana di Sciaèla che segnava le ore dalle sei alle quattordici.

il nucleo superiore diroccato e coperto dalla vegetazione e difficile da riconoscere, nel nucleo inferiore dove termina la strada la cappella di San Vincenzo, scoperchiata da decenni, la campana è scomparsa, pioggia e gelo hanno sciolto l’ intonaco e scoperto le pareti in pietra, i disegni e le cornici che la ornavano sono ormai scomparse.

Ci si arriva con una strada sterrata e disagevole dalla frazione di Alvari.

Fonti storiche tratte da Maggiolungo storie dell’ appennino ligure-emiliano di Marco Porcella Edizioni Sagep












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